Uil e Cgil Puglia contro l’autonomia differenziata
Contro l’autonomia differenziata. A difesa dell’unità d’Italia. Uil e Cgil di Puglia, condividendo un’analisi fortemente critica del Ddl Calderoli approvato in prima lettura al Senato, chiamano alla mobilitazione nella nostra regione lavoratori e lavoratrici, forze sociali e politiche, tutti i cittadini e le cittadine. Chiediamo di aderire ai sindaci, a ogni rappresentante istituzionale della Puglia, che siano di destra, di centro, di sinistra, devono già oggi fare i conti con bilanci ridotti all’osso che si traducono in impossibilità di garantire risposte ai bisogni delle popolazioni in termini di servizi.
Il Ddl Calderoli è un provvedimento che avrà ricadute gravi sul Mezzogiorno ma il cui costo lo pagherà tutta la nazione, anche spingendo sulla contrapposizione tra pubblico e privato. Aumenteranno i divari tra Nord e Sud, alla competizione sociale si sommerà quella territoriale, cresceranno le disuguaglianze. Mentre l’Europa è impegnata a finanziare interventi infrastrutturali e sociali per favorire la coesione sociale, con il progetto di autonomia differenziata il Governo sceglie di spaccare il Paese.
Una riforma che intacca l’architettura istituzionale e il modello sociale e di sviluppo, che immagina di delegare alla regioni tutte le deleghe che fanno capo allo Stato e che rappresentano quella garanzia di uguaglianza sostanziale tra le persone a prescindere da dove si nasce o di scegliere di vivere, in termini di qualità dei servizi e di tutele, tradendo in questo modo il dettato costituzionale.
Non ci stiamo a un modello di scuola regionalizzato, pericoloso per l’unità e l’identità culturale dell’Italia. Non ci stiamo a un welfare differente da Nord a Sud, così come a un mercato del lavoro regolato da norme non universali: si cela sotto questo disegno – di fatto secessionista – la volontà di mettere in discussione il Contratto collettivo nazionale di lavoro, a un disegno di disintermediazione che ignora soggetti della rappresentanza sociale di rilevanza costituzionale. Non ci stiamo a un arretramento delle tutele sociali, che sarà la naturale conseguenza della sottrazione di risorse allo Stato centrale da parte delle regioni più ricche, che si sceglie di lasciare sui territori, il cosiddetto residuo fiscale che le regioni potranno trattenere. Servirebbe – con il Paese è chiamato ad affrontare sfide fondamentali legate alle transizioni – un solo disegno di politica industriale, ambientale, energetica. Servirebbero più risorse ai territori che soffrono di un gap storico per colmare divari di sviluppo e risolvere le tante crisi produttive – a partire da quella dell’ex Ilva – così come per affrontare le povertà emergenti.
Contro un disegno di legge sbagliato e controproducente chiamiamo alla mobilitazione sapendo che, in virtù di quanto descritto, non saranno i soli Lep – semmai definiti e soprattutto finanziati – a farci cambiare idea sull’autonomia differenziata. Ci siamo battuti fin dall’inizio e vogliamo continuare a farlo, opponendoci con gli strumenti che la democrazia ci mette a disposizione, per difendere l’unità del Paese e costruire un modello di società che guardi al benessere collettivo e alla coesione.
A rappresentanti istituzionali, associazioni, movimenti politici e partiti, cittadini, chiediamo di aderire e essere presenti alla manifestazione che Uil e Cgil hanno organizzato per venerdì 9 febbraio e che si terrà a Bari, in Piazza San Ferdinando, a partire dalle ore 17. Scendiamo in piazza per dire NO all’autonomia differenziata e a difesa del Paese.
Gianni Ricci, Segretario generale Uil Puglia – Gigia Bucci, Segretaria generale Cgil Puglia