Rapporto qualità della vita, male la Puglia
“Continuiamo a sopravvivere tra stipendi troppo bassi, lavoro che manca, tutele sociali ridotte al minimo, la sanità pubblica erosa giorno dopo giorno. Lo conferma anche l’ultimo rapporto sulla qualità della vita realizzato da Italia Oggi e Ital Communications in collaborazione con l’Università La Sapienza di Roma che attesta la Puglia con tutte le sue province nell’ultimo gruppo delle province italiane con una qualità di vita scarsa e insufficiente. Bari fa da traino, ma si ferma all’82esimo posto e comunque peggiora rispetto allo scorso anno di due posizioni. Come Brindisi che è passata dall’85esimo posto al 90esimo. Migliorano, complessivamente le altre province, pur arrancando, fermandosi nell’ultimo gruppo delle province italiane, Lecce 84esima, Bat 85esima, Foggia 96esima, Taranto 101esima” denuncia Gianni Ricci, segretario generale Uil Puglia.
“Tutti gli indicatori evidenziano come la Puglia abbia un forte problema legato al lavoro, all’occupazione, al livello dei salari che è troppo basso, alla mancanza di prospettive di crescita e in generale alla qualità di vita dei cittadini. Questi dati sono l’ennesima conferma di quello che diciamo da tempo. Se su 107 province italiane, tutte le pugliesi sono nell’ultimo gruppo per reddito e ricchezza, vuol dire che il sistema non sta funzionando. Non ci stancheremo di ripeterlo, sin quando le politiche attive del lavoro non diventeranno una priorità non si uscirà mai dalla crisi. Se le lavoratrici e i lavoratori stanno meglio, ne beneficia l’intero sistema economico e sociale. La Puglia arranca e crescono in tutto il territorio le aree di disagio sociale. Il lavoro è l’unica via di uscita da questo pantano, ma il tasso di occupazione sia maschile che femminile, è inaccettabile. Bari è al 73esimo posto per l’occupazione maschile e all’88esimo per quella femminile, la Bat ha la forbice più ampia tra le due tipologie di occupazione con la maschile al 77esimo posto e la femminile al 103esimo. A pagare le tasse sono sempre gli stessi e le pensioni sono utilizzate come cassa continua da questo Governo. Ci aspettavamo una misura di contenimento del cuneo fiscale, che arginasse l’erosione degli stipendi, ma il Governo ha perso anche questa occasione per essere dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori. Di fronte a questi dati c’è chi dice che gli scioperi non sono legittimi o addirittura inutili, ma noi continueremo ad andare avanti per difendere i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori pugliesi” conclude Ricci.