Puglia: fuga dal precariato
In Puglia oltre 3mila giovani talenti sono fuggiti dalla loro regione d’origine in cerca di una occupazione all’altezza delle loro competenze e 43mila ragazzi hanno abbandonato la scuola prima di prendere un diploma. “I dati diffusi dalla Cgia di Mestre disegnano un quadro ormai consolidato. La Puglia è una delle 46 regioni europee vittime della ‘trappola dello sviluppo dei talenti’, pochi laureati e molti di loro fuggono all’estero. La mobilità dei cervelli è quindi negativa, il territorio è incapace di trattenere così come di attrarre giovani preparati. La spirale che si autoalimenta parte dall’insufficiente sviluppo delle competenze, che porta all’incapacità delle aziende di realizzare innovazione e aumentare così la produttiva, diventando poco attrattive per quei ragazzi troppo preparati per rimanere in un contesto socioeconomico che non li valorizza. Non è un caso che i Neet in tutto il Meridione d’Italia sino quasi il doppio rispetto al Nord, superando il 35%. La Commissione europea prendendo atto di questa mobilità negativa ha previsto in molte delle sue linee di intervento fondi che si muovono proprio in questa direzione. Tra Pnrr, fondi strutturali 2021-2027, REactEu, fondo di coesione e Just transition Fund l’Europa ha stanziato circa 220 miliardi per tutte le regioni meridionali proprio per aumentare le competenze dei giovani. La povertà educativa va di pari passo con la povertà economica, inutile dirlo. Si ritorna sempre alle basi: il lavoro è precario e mal pagato, l’organizzazione è troppo rigida e mal si adatta alle esigenze di conciliazione di vita-lavoro dei lavoratori, il turnover è troppo lento e i giovani restano ai margini del sistema. Alcuni emigrano e riescono ad ottenere la qualificazione professionale in linea con le loro competenze e con le loro aspettative legate alla qualità della vita, la maggioranza si perde, diventa un neet oppure sopravvive con un lavoro insoddisfacente e mal pagato. Un sistema che crea lavoratori fantasma, un fenomeno che come Uil abbiamo deciso di contrastare lanciando una campagna partita da Roma, che punta a ridare dignità a questi lavoratori che sono fantasmi e noi vogliamo che tornino a essere persone” spiega Gianni Ricci, segretario generale Uil Puglia.
“Assistiamo da più di trent’anni a questa emorragia che ha sottratto alla Puglia 1,5 milioni di giovani laureati senza far nulla. È il momento di ridisegnare le regole del mondo del lavoro ed essere attrattivi. Basterebbe seguire l’esempio di chi fa meglio di noi, dalle sperimentazioni sulla settimana corta che è un successo ovunque, alle misure sempre più ampie di welfare sociale e aziendale. Non possiamo restare ancorati ad un sistema che – è sotto gli occhi di tutti – non è in grado di reggere la concorrenza di chi è più lungimirante di noi” conclude Ricci.