Puglia, caro affitti insostenibile per salari e redditi delle famiglie: diritti alla casa e allo studio non garantiti
Vivere in affitto è diventato un lusso per pochissimi, insostenibile per il livello medio dei salari e dei redditi delle famiglie pugliesi, specialmente nei grandi centri. Infatti, a fronte di salari e pensioni bloccati da anni e di un’inflazione galoppante, il numero delle case in fitto disponibili in città è in netto calo e il prezzo a metro quadro aumenta costantemente.
Basta osservare la situazione nel capoluogo per comprendere la portata della questione. A Bari ci si aggira sui 25 annunci per 1000 abitanti, calo che corrisponde in parte all’aumento dei B&B in città. Allo stesso tempo i costi dell’affitto registrano un incremento di circa il 7%, con un prezzo che va da un minimo di 7,90 € ad un massimo di 11 € al metro quadro. In pratica, non meno di 7-800 euro per un bivani da sostenere con un salario che in media si aggira sui 1200-1300 euro.
Inoltre, così diventa difficilissimo sostenere i costi degli affitti delle abitazioni per studenti, disincentivando migliaia di ragazzi a frequentare le università regionali, che invece si stanno impegnando in questi anni per rendere i corsi di studio più attrattivi.
Governo e Regione Puglia mettano in campo più risorse per contrastare un fenomeno inaccettabile, che mina due diritti costituzionali, quello a un’abitazione dignitosa e quello allo studio, e che acuisce le disuguaglianze sociali e le differenze territoriali tra Nord e Sud. Le Regioni, che hanno la potestà legislativa per il diritto allo studio universitario, stanziano ogni anno soltanto 500 milioni di euro: troppo poco rispetto alle reali esigenze. Il Governo e le istituzioni locali accelerino sui progetti del PNRR per aumentare gli alloggi per gli studenti, investendo le risorse disponibili e dedicate a tali scopi. Inoltre, sarebbe opportuno finanziare un piano straordinario con un fondo pluriennale per la rigenerazione urbana con progetti di riconversione e riqualificazione delle caserme e degli edifici pubblici dismessi da destinare ad alloggi per studenti.