Operaio morto a Corato: La strage continua

“La strage continua. Anche oggi piangiamo una vittima innocente del lavoro, la 63esima del 2025, nell’indifferenza e nell’immobilismo delle istituzioni e della politica. Auspichiamo che la magistratura faccia rapidamente il suo corso, intanto l’unica certezza è che, nonostante il contatore delle morti e degli infortuni sul lavoro non accenni a fermarsi e nonostante le tantissime sollecitazioni da parte del sindacato, né il governo nazionale né la Regione Puglia – non più pervenuta dopo la “riunione urgente” di qualche mese fa – hanno adottato misure concrete o stanziato risorse sufficienti a contrastare questo terribile fenomeno, limitandosi a qualche misura spot buona solo per guadagnare titoli sui giornali o per impostare qualche post a effetto”.
Lo dichiara Gianni Ricci, segretario generale della Uil Puglia, commentando la morte di un operaio 55enne a Corato, in provincia di Bari, precipitato da un’altezza di tre metri nel corso di un sopralluogo e per la cui morte la Procura di Trani ha avviato un’inchiesta per omicidio colposo a carico del datore di lavoro.
“Siamo stanchi delle solite frasi di circostanza e di cordoglio della politica. Piuttosto si investano in prevenzione e in misure volte a raggiungere l’obiettivo #ZeroMortiSulLavoro i miliardi di avanzo Inail che finiscono invece per sanare buchi nel bilancio statale. L’istituzione del reato di omicidio sul lavoro e di una procura speciale che indaghi in tal senso non è più prorogabile, come non sono più prorogabili investimenti in formazione, in assunzioni di ispettori per incrementare i controlli e di personale per ridurre i turni massacranti ai quali sono costretti migliaia di lavoratori, anche nel settore pubblico oltre che in quello privato. Infine – conclude Ricci – le istituzioni, in particolare quelle locali, vigilino sulla corretta applicazione dei contratti nazionali e sul fenomeno degli appalti a cascata, escludendo dai bandi pubblici quelle aziende che non rispettano o non hanno rispettato gli standard previsti dalla legge in materia di sicurezza sul lavoro”.