“No all’art. 177”. Anche in Puglia in sciopero i lavoratori di igiene urbana, luce, gas, acqua
“Una iattura”. Non usano troppi giri di parole i segretari generali di UILTrasporti e UILTEC Puglia, Boffoli e Lupelli da una Piazza Prefettura di Bari occupata da centinaia di lavoratori e lavoratrici, così come le altre principali piazze regionali, per descrivere le conseguenze dell’articolo 177 del codice degli appalti, contro il quale migliaia di lavoratori dei settori igiene urbana, ambiente, luce, gas e acqua hanno scioperato e sono scesi in piazza lo scorso 29 giugno.
L’articolo incriminato, infatti, che prevede esternalizzazioni fino all’80% nei servizi pubblici di igiene, acqua, luce e gas, se non sarà cassato entro la fine dell’anno potrebbe causare già dall’1 gennaio uno tsunami occupazionale non indifferente, mettendo a rischio circa 150mila posti di lavoro su tutto il territorio nazionale, oltre che la qualità dei servizi stessi offerti alla comunità dai grandi player del settore.
“I risvolti sui livelli occupazionali – dice preoccupato Filippo Lupelli – sono noti, ma è l’impalcatura stessa della norma ha non avere senso e ad essere totalmente anacronistica e inopportuna. A breve arriveranno risorse ingenti da investire nella riqualificazione ambientale ed energetica: come si pensa che piccole aziende alle quali verrà affidato il servizio possano gestirli nel migliore dei modi, senza strutture adeguate, know-how e personale qualificato? Va bene coniugare pubblico e privato, ma va fatto con criterio, non così. Quell’articolo va eliminato e al più presto, altrimenti la mobilitazione continuerà a oltranza”.
Dello stesso avviso Enzo Boffoli. “Non vogliamo mediazioni, ma la cancellazione dell’articolo 177: lo abbiamo scritto al governo e ribadito oggi al Prefetto. Qui in ballo ci sono migliaia di posti di lavoro, il futuro e il reddito di migliaia di famiglie messo sin discussione, peraltro proprio in un momento delicato e di profonda crisi come l’attuale. L’obiettivo, neanche tanto velato, è quello di frammentare il servizio a vantaggio di qualcuno, contravvenendo al progetto di creare un ciclo integrato dei servizi, molto più efficiente. Tra l’altro, l’applicazione della norma causerebbe problemi nell’applicazione dei contratti nazionali, una sostanziale riduzione degli stipendi e dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. Noi non ci stiamo e i lavoratori oggi, con un’adesione di massa allo sciopero e ai sit-in, hanno dimostrato di sapere da che parte schierarsi”.
Sara Di Leo