Morte operaio Arif, investimenti in sicurezza urgenti

La morte di Mario Rutiglio, 67enne operaio brindisino di Arif, durante le operazioni di spegnimento di un incendio, è l’ennesima tragedia sul lavoro nella nostra regione, che si conferma sempre più “zona rossa” in tema di infortuni mortali nei luoghi di lavoro. Ci auguriamo che la magistratura faccia presto il suo corso per individuare eventuali responsabilità. Intanto ci chiediamo come sia possibile che un lavoratore prossimo alla pensione possa essere impiegato in simili operazioni, così come ci chiediamo quante altre vittime dovremo piangere prima che le istituzioni, a ogni livello, decidano di agire con misure forti, concrete.

Siamo stanchi delle solite frasi di circostanza e di cordoglio della politica. Piuttosto si investano in prevenzione e in misure volte a raggiungere l’obiettivo #ZeroMortiSulLavoro i miliardi di avanzo Inail che finiscono invece per sanare buchi nel bilancio statale. L’istituzione del reato di omicidio sul lavoro e di una procura speciale che indaghi in tal senso non è più prorogabile, come non sono più prorogabili investimenti in formazione, in assunzioni di ispettori per incrementare i controlli e di personale per ridurre i turni massacranti ai quali sono costretti migliaia di lavoratori, anche nel settore pubblico.

Adesso basta, fermiamo la strage!

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