Istat: disoccupazione in rialzo nel 2021. “Prevedibile, invece di litigare, Governo e Regione si confrontino sulla spesa dei fondi UE per la ripartenza”
“Non ci voleva l’Istat per prevedere ciò che è facilmente intuibile facendo qualche giro in strada o nelle aziende del territorio: nel 2021 ci sarà una contrazione importante dell’occupazione, che si abbatterà soprattutto sul Mezzogiorno. L’impressione è che i dati statistici, positivamente condizionati finora dalle misure di sostegno al reddito e di blocco dei licenziamenti chieste dal sindacato, rilevino solo la punta di un enorme iceberg contro il quale rischiamo di schiantarci qualora non si intavoli subito il confronto istituzionale e con le parti sociali sulla spesa dei fondi europei”.
Lo afferma il segretario generale Franco Busto sulla base dell’analisi Istat, che ha rivisto al ribasso le stime di crescita – e conseguentemente al rialzo quelle sulla disoccupazione – per il 2021. Secondo i nuovi dati diffusi, infatti, l’andamento del mercato del lavoro risentirebbe del processo di ricomposizione tra disoccupati e inattivi, oltre che della progressiva normalizzazione dei provvedimenti a sostegno dell’occupazione, quindi nell’anno corrente il tasso di disoccupazione diminuirebbe (9,4%) per poi tornare a crescere nel 2021 (11,0%).
“Ancora oggi – prosegue il leader della UIL regionale – leggiamo sulla stampa di liti furibonde e tira e molla mediatici tra le Regioni per la ripartizione delle ingenti risorse che arriveranno da Bruxelles. Ovviamente, ci auguriamo che il Mezzogiorno, come sollecitiamo da mesi, rappresenti una priorità nell’agenda governativa. Tuttavia il punto è un altro: prima di spartire il malloppo, le Regioni e il governo dovrebbero condividere con le parti sociali la metodologia e gli obiettivi di spesa. Se quei danari dovessero essere distribuiti a pioggia secondo principi che esulano dalle logiche strategiche di crescita e sviluppo produttivo e occupazionale, avremo comunque perso l’occasione del secolo. Bisogna, piuttosto, concentrarsi su pochi, ma importanti investimenti mirati che consentano di compiere passi avanti immediati e significativi dal punto di vista della modernizzazione, dell’innovazione, dell’efficienza infrastrutturale e sanitaria, dell’attrattività industriale. A patto, però, che si faccia in fretta”.
Sara Di Leo