Infortunio mortale sul lavoro al porto di Taranto: “Più investimenti e nuove regole, è una strage”

“Come si fa a dire addio alla vita mentre si è impegnati in qualcosa che invece dovrebbe dare un senso alla vita, migliorarla, renderla più dignitosa?”

Franco Busto, segretario generale della UIL di Puglia, commenta commosso la morte di Massimo De Vita, operaio impiegato in un’azienda nel porto di Taranto e morto stamani nel corso di operazioni di movimentazione di grossi carichi. “Invece – continua Busto – ci ritroviamo a piangere l’ennesimo giovane pugliese vittima del lavoro. L’augurio è che la giustizia ionica faccia velocemente il suo corso individuando cause e colpevoli di questa terribile tragedia, ma ciò comunque non restituirà Massimo all’affetto dei suoi familiari e dei suoi cari, ai quali vanno le più sentite condoglianze della segreteria regionale della Uil di Puglia”.

“Quando chiediamo misure più concrete per arrivare a tagliare il traguardo “Zero morti sul lavoro” non facciamo demagogia o comunicazione spicciola, ma interpretiamo il sentimento comune di un Paese e di un territorio che sono stanchi di piangere i propri figli, che pretendono un lavoro giusto e sicuro. La politica smetta di prendere tempo e si assuma le proprie responsabilità, ma non a parole, bensì con i fatti. L’assunzione di qualche nuovo ispettore non basta, bisogna programmare investimenti, attivare un monitoraggio costante e, soprattutto, cambiare le regole del gioco, lasciando fuori dai grandi appalti pubblici le aziende che non rispettano alla lettera le misure di sicurezza imposte dalla legge e che non applicano i contratti nazionali di lavoro”.

Scroll to Top