Inail: in Puglia oltre 1800 denunce di infortuni sul lavoro da Covid. “Rispetto rigoroso del protocollo di sicurezza”

“Dall’inizio della pandemia ad oggi, in Puglia sono1869 le denunce di infortunio sul lavoro, di cui 16 con conseguenze mortali, causate dal Covid 19 e pervenute all’Inail. Dati alla mano, quasi il 5% dei contagi regionali si è verificato nei posti di lavoro. Chi prova a sminuire certi numeri fa esercizio di incoscienza: il trend, anche a livello nazionale, dice che negli ultimi dieci mesi un terzo dei morti sul lavoro è stato provocato dal diffondersi del virus. Le istituzioni locali si organizzino con task force dedicate per monitorare con capillarità la situazione della sicurezza nel tessuto occupazionale e produttivo del territorio, così come avvenuto nei primi giorni di pandemia: il sindacato è disponibile a collaborare in tal senso”.

Franco Busto, segretario generale della UIL di Puglia, commenta così i dati diffusi dall’Inail. Ad essere contagiate nel proprio posto di lavoro sono soprattutto le donne (54,5% contro il 45,5% degli uomini), mentre la fascia d’età più colpita è quella tra i 50 e i 64 anni (40,9%, seguita da quella tra i 35 e i 49 anni con il 34,9%).

“E’ la fascia d’età più a rischio, almeno stando alle statistiche epidemiologiche e sull’evoluzione della malattia – continua Busto – ecco perché ora più che mai è vietato abbassare la guardia sulla rigorosa attuazione nei luoghi di lavoro del protocollo di sicurezza condiviso da Governo e sindacati. E’ vero che il Paese e l’economia non possono arenarsi di fronte al propagarsi del virus, ma ciò non può e non deve avvenire sulla pelle di lavoratori e lavoratrici”.

Come è facile immaginare, sanità e assistenza sociale sono i settori più colpiti: il 54,9% delle denunce ( di infortuni da Covid provengono infatti da quel comparto.

“Il settore sanitario – prosegue Busto – merita sicuramente una attenzione particolare: si tratta di lavoratrici e lavoratori costantemente in prima linea, con carichi di lavoro e di stress eccessivi, che certamente non contribuiscono a migliorare gli standard di sicurezza, già spesso precari di per sé. Ma i dati ci dicono che anche in settori come l’industria (soprattutto agroalimentare) e il manifatturiero, il commercio e i trasporti, o anche la pubblica amministrazione (oltre 11% di denunce), qualcosa non ha funzionato nel contrasto al Covid, in particolare negli ultimi mesi. Probabilmente in taluni casi c’è stata una rilassatezza imperdonabile dopo la “pausa” estiva: il rispetto delle misure di prevenzione e protezione, a salvaguardia della tutela della salute di chi rischia ogni giorno la vita sul posto di lavoro, è inderogabile”.

“Governo e Regioni – conclude Busto – valutino attentamente le misure da adottare in vista delle festività natalizie: in queste condizioni, non ci potremmo permettere una terza ondata di epidemia”.

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