Gli stipendi troppo bassi dei lavoratori pugliesi limitano la capacità di utilizzare strumenti di lavoro digitali

Quasi sei punti percentuali dividono la Puglia dal resto del Paese per l’accesso a internet in casa. Il valore medio in Italia è pari all’83,1 per cento, mentre in Puglia solo il 78,2% delle famiglie ha una connessione internet a casa. La sofferenza digitale è evidente e limita le opportunità lavorative. Analizzando i dati diffusi dall’Istat il problema non è la mancanza di connessione a banda larga dove la Puglia ha una copertura maggiore del resto del Paese. La media nazionale delle aree non servite dalla connessione a banda larga è 1,75%, il Sud scende all’1,25% e la Puglia appena lo 0,45%.


Gli alti costi degli strumenti necessari per connettersi sono la causa principale di questo divario che impedisce l’accesso a internet per il 7,4% delle famiglie, a differenza della media nazionale che arriva al 6%. In particolare, l’alto costo del collegamento impedisce l’accesso al web per il 9,45% dei pugliesi contro la media nazionale ferma al 7,5%.


Gli stipendi troppo bassi dei lavoratori pugliesi limitano la capacità di utilizzare strumenti di lavoro digitali. Un terzo della popolazione della regione è a rischio povertà ed esclusione sociale. La polarizzazione sta aumentando sempre più e la forbice sociale si sta allargando – spiega il segretario organizzativo generale della Uil e commissario straordinario della Uil Puglia, Emanuele Ronzoni – Il lavoro da remoto sperimentato durante la crisi pandemica può essere uno strumento di accesso a posizioni lavorative altrimenti inaccessibili. Il reclutamento a distanza è una opportunità per la Puglia. La Regione dovrebbe intervenire con politiche attive del lavoro che mirino proprio a ridurre questo gap, a consentire a tutta quella platea di pugliesi in cerca di un lavoro, di poter usufruire anche di questa strumento. Il gap digitale è un ostacolo alla partenza anche per i nostri studenti, lo abbiamo visto proprio in questi anni, le difficoltà riscontrate nel raggiungere ogni studente sono oggi inaccettabili e tali difficoltà rischiano di rivelarsi tra qualche anno quando quei ragazzi dovranno presentarsi al mondo del lavoro e competere con pari età di realtà più ‘connesse’” continua Ronzoni.


“Quando parliamo di un potere d’acquisto ridotto al minimo per le famiglie pugliesi parliamo anche di questo. Gli stipendi sono insufficienti a far fronte alle necessità primarie, si viene a creare un circolo vizioso per colpa del quale, chi è in una situazione di svantaggio non ha gli strumenti per uscirne. Quando parliamo di ridurre le disuguaglianze ci riferiamo proprio a questo: le condizioni di partenza devono essere uguali per tutti, altrimenti la situazione non potrà che peggiorare e l’equità occupazionale e sociale sarà solo un miraggio. Se da un lato ci sono gli investimenti per la realizzazione delle infrastrutture, solo il Pnrr finanzia con 500 milioni, progetti di realizzazione o ammodernamento delle infrastrutture tecnologiche di innovazione, dall’altro non si consente alle persone, lavoratori, pensionati, studenti, l’accesso e l’utilizzo di questi strumenti” conclude Ronzoni.

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