Gli affitti bruciano un quarto dello stipendio medio dei pugliesi

Ci sono 146.620 persone in affitto in Puglia che pagano un canone di locazione mensile di 411 euro che incide per il 13,7% sul reddito familiare.

È un dato che emerge da un’analisi congiunta della Uil Servizio lavoro, coesione e territorio e Uniat, sui dati dell’Agenzia delle entrate. 

Bari rientra tra le prime dieci province italiane con un canone mensile medio di 700 euro e un’incidenza sul reddito familiare del 23,3%. L’affitto brucia quasi un quarto del reddito familiare e circa la metà dello stipendio mensile.

Una situazione insostenibile che nei fatti impone ai pugliesi di vivere sulla soglia della povertà. Condizione che riguarda nel 24,5% locatari con un’età fino ai 30 anni, nel 44,4% locatari tra i 31 e i 50 anni; nel 22,9% locatari tra i 51 e i 70 anni; l’8,1% oltre i 70 anni di età.

“Nel documento che il Governo si appresta a inviare a Bruxelles, non ci sono indicazioni per contrastare le emergenze abitative, nonostante i 40mila sfratti emessi nell’ultimo anno e le 74mila richieste di esecuzione. Il diritto alla casa è un diritto insopprimibile, ma che nei fatti viene compresso sempre più. Il fondo per il sostegno agli affitti ha una dotazione di appena 6 milioni di euro, insufficienti a coprire le esigenze di tutto il territorio. Per questo chiediamo che ci si muova in due direzioni, la prima punta sull’incremento delle risorse per il fondo e la seconda su un aumento degli stipendi che possa permettere alle lavoratrici e ai lavoratori italiani di sostenere il canone di affitto mantenendo un tenore di vita sufficiente a garantire il benessere per sé e per la propria famiglia. L’aumento degli stipendi, la detassazione degli aumenti contrattuali, la riduzione del cuneo fiscale e la riduzione delle ore lavorative sono tutte misure che contribuirebbero a ridurre le disuguaglianze sociali. Un’economia sana è un’economia dove potenzialmente, ogni cittadino ha una sua autonomia reddituale. Dove chi viene dopo sta meglio di chi l’ha preceduto. Quindi aumentare gli stipendi non solo per ridurre l’impatto sul reddito familiare dei canoni d’affitto, ma anche per consentire a tutte le lavoratrici e ai lavoratori di poter acquistare una casa e non esserne semplicemente locatari a vita”, dichiara il segretario generale Uil Puglia Gianni Ricci.

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