Consiglio Nazionale unanime: Bombardieri è il nuovo Segretario Generale
Che non sia una giornata come le altre, che non sia un Consiglio Confederale come tutti gli altri, lo si percepisce subito, a cominciare dagli ospiti. Non mancano, ovviamente, i segretari generali di Cgil e Cisl, Landini e Furlan, ma a impressionare è la parata governativa, guidata dal premier Conte, seguito a ruota dal Ministro dell’Economia Gualtieri, dal Ministro del Mezzogiorno Provenzano e dalla Ministra del Lavoro Catalfo. Mai un Consiglio aveva riunito tanti pezzi da novanta, mai una vetrina che non fosse quella congressuale era stata così scintillante.
Ma a rendere il Consiglio Confederale chiamato a incoronare Pierpaolo Bombardieri da Marina di Gioiosa Ionica nuovo leader della Uil uno dei più iconici della storia del sindacato è il contesto in cui si svolge: le distanze di sicurezza, i controlli ferrei, i lunghi percorsi dedicati, le limitazioni alle presenze in sala, le imponenti misure imposte per garantire un evento totalmente covid-free (il primo in Italia) non diventano un fastidioso impedimento, uno sfregio all’abito buono della festa, ma vengono trasformati dalla macchina organizzativa della Uil in un trampolino terribilmente efficace per lanciare la piattaforma politica della nuova segreteria: “nulla sarà più come prima” si legge su qualche grafica, ci sarà un prima e un dopo covid e sul treno in corsa del cambiamento la Uil prenota, con le sue proposte, un posto in prima fila. Un capolavoro politico e comunicativo.
Non a caso il nuovo numero uno del sindacato di via Lucullo esordisce con alle spalle lo slogan, fin troppo eloquente: “partecipiamo al più grande cambiamento del nostro tempo”. Ma a Bombardieri non basta partecipare, lui vuole essere subito protagonista, con il vessillo della Uil bene in vista. “Spesso, il sindacato è stato costretto a giocare in difesa. Bene: ora è il momento di attaccare per urlare a gran voce che serve un nuovo modello di sviluppo, un nuovo modello di Paese, che metta da parte il liberismo sfrenato del profitto a ogni costo a favore di una politica keynesiana, che riparta dal Mezzogiorno per una nuova Italia che non corra a due velocità, dagli investimenti in cultura, scuola, università e ricerca per rimettere in moto quell’ascensore sociale bloccato da troppo tempo, che inietti risorse nella digitalizzazione, nell’innovazione sostenibile e nella tutela dell’ambiente, perché la civiltà di una nazione, di una comunità, la si misura anche dalla qualità della vita, a 360 gradi. Vogliamo un modello di sviluppo e di Paese che isoli gli egoismi del passato e si affacci al futuro con senso di solidarietà”.
Bombardieri è un fiume in piena, dietro di lui scorrono gli appunti con le linee programmatiche del nuovo “governo in blu” (in cui entra, con la delega all’organizzazione, Emanuele Ronzoni). Il tono è propositivo, ma non manca qualche sberla. La prima, a Confindustria. Ritorno fugace sulla polemica con il presidente dell’associazione datoriale, giusto per ribadire il concetto.
“Noi le aziende non le vogliamo chiudere, al contrario, le vogliamo aprire per favorire l’occupazione, ma non a qualunque condizione. Prima la vita. E i contratti che si firmano poi si rispettano. Anzi, rilanciamo: Confindustria vuole davvero coinvolgere i lavoratori nella vita delle aziende? Ottimo, siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità: ridiscutiamo insieme gli orari e le modalità di lavoro, di investimenti in tecnologia per migliorare e rendere più sicuri e sostenibili i processi produttivi. Ma il punto di partenza resta il contratto collettivo e non si deroga”. L’altra è per Ichino. “Sbaglia come sbagliava con il Jobs Act… lavoratori della pubblica amministrazione scansafatiche? Grazie a quei lavoratori abbiamo tenuto botta in una fase tremenda come quella della pandemia, quei lavoratori hanno continuato a garantire i servizi, anche in smart working e in condizioni precarie”. Un grazie che Bombardieri estende “ai lavoratori della sanità, del commercio, dei trasporti e a tutti coloro i quali non si sono mai tirati indietro. Allo stesso modo, un ricordo commosso va a chi purtroppo non ha superato la pandemia e non è più fra noi”.
Mes sì o Mes no? Europa sì o Europa no? Bombardieri non lascia dubbi sul campo. “Noi ai principi fondanti dell’Unione Europea ci crediamo, oggi più che mai, quelli della solidarietà fra popoli, della comunità di intenti politici, dell’uguaglianza. Il Mes? Chi dice no a quelle risorse, vada a spiegarlo negli ospedali”.
Sul tavolo del piano economico-finanziario esposto da Conte pochi istanti prima, Bombardieri lascia un post-it con un messaggio forte e chiaro. “No a condoni, no a sanatorie, no a scudi: chi evade le tasse ruba, ruba ricchezza al Paese e il futuro ai nostri giovani, e pertanto va punito. No a lasciapassare sui crimini del passato”.
Arriva, atteso, il momento delle dediche. “Alle nostre famiglie, che ci permettono di vivere con serenità la nostra vita nonostante i ritmi frenetici e le difficoltà”. E “ai miei predecessori”. Bombardieri non ne dimentica neanche uno, li cita tutti con l’affetto di un figlio per il padre: da Vanni a Larizza, dal “carismatico” Benvenuto al “combattente” Angeletti. Ma il pensiero più bello, che si scioglie poi in un abbraccio commosso, lo riserva per chi gli ha appena passato il testimone dell’organizzazione, Carmelo Barbagallo. “Chi dona la propria vita a una missione, chi antepone a tutto l’interesse della Uil, chi come Carmelo ha lavorato non per se stesso, ma per progettare il futuro del nostro sindacato, è un uomo generoso, oltre che un grande segretario. E come tale va ricordato”.
Non manca la dedica alla platea e alle migliaia di iscritti collegati sui canali streaming e social. “Sono orgoglioso di voi, sono orgoglioso di una organizzazione che incarna i valori del socialismo, della socialdemocrazia europeista, della laicità politica, della democrazia di azione e di pensiero, che si colloca sulla sponda progressista di questo Paese, dalla parte dei diritti”.
Il vento del cambiamento soffia forte, ma le vele della Uil sono spiegate. Il timone è ora ufficialmente nella mani di Bombardieri, che si prende il posto di comando e scruta subito l’orizzonte. “Oggi cambia il timoniere, ma non la rotta. Nessuno pensi di intimorirci, siamo scesi in piazza nel recente passato con lavoratori, giovani e pensionati per chiedere un altro Paese e siamo pronti a tornarci”.
Nulla sarà più come prima.