Tavolo regionale automotive, Uil-Uilm: “Restano le perplessità, serve concretezza”
Oggi si è tenuto, su esplicita richiesta della Uil, il primo incontro del tavolo regionale sull’automotive alla presenza dell’assessora all’industria Triggiani, all’assessore dello sviluppo economico Delli Noci e del presidente della task force regionale Caroli. In rappresentanza della Uil-Uilm il segretario regionale con delega all’industria Andrea Toma, il coordinatore regionale Uilm Alfio Zaurito e il segretario generale Uilm Bari Riccardo Falcetta.
“Abbiamo accolto con favore – spiegano Toma Zaurito e Falcetta – la convocazione, ma restano grandi perplessità sull’efficacia e sull’azione della Regione Puglia nel gestire una crisi di settore che in Puglia coinvolge 20.000 lavoratori, tra gli 8 e i 10mila nella sola zona industriale di Bari. I numeri del resto non mentono: siamo la prima regione del Mezzogiorno per ore di cassa integrazione autorizzata (17 milioni da gennaio ad oggi), numeri indubbiamente acuiti da una transizione energetica non governata”.
“E’ evidente, e lo abbiamo detto chiaramente ai rappresentanti istituzionali presenti, che tale situazione vertenziale che abbraccia l’intero settore non può essere gestita con strumenti ordinari. Pertanto, abbiamo chiesto alla Regione Puglia un impegno concreto, a cominciare da un intervento legislativo regionale che porti a un cambio del quadro normativo sugli ammortizzatori sociali e spinga il governo nazionale a implementare la quota di ammortizzatori sociali specifici e speciali per la transizione. Inoltre, va dato seguito al bando regionale sulla formazione (assente da 5 anni) per i lavoratori in cassa integrazione. Riteniamo, infine, che vada messo immediatamente in campo il bando sulla formazione co-finanziata aziende-Regione e che il tavolo debba diventare permanente con il coinvolgimento di tutte le categorie della filiera legata all’automotive”.
“Gestire una crisi di settore senza questi strumenti – concludono Toma Zaurito e Falcetta – significa continuare a non governare la transizione generando un impatto sociale pericolosissimo. A gennaio garantiamo la nostra presenza alla convocazione annunciata, ma ci aspettiamo segnali e risposte serie sulle richieste formulate”.