Rendiconto sociale Inps Puglia “Confermata l’emergenza occupazionale”
La popolazione pugliese continua a diminuire. Sostenere in maniera populistica che sia sufficiente promuovere la natalità per risolvere i problemi sta facendo pura mistificazione. Lo spiega l’Inps nell’ultimo bilancio sociale, presentato oggi che – partendo dal presupposto che gli effetti di un eventuale aumento della natalità si vedranno tra 20-25 anni – individua le misure che oggi possono sostenere il mercato del lavoro e quindi: favorire l’occupazione femminile, quella giovanile, far emergere il sommerso e regolarizzare gli immigrati, in una regione in cui dall’anno scorso i pensionati hanno superato i lavoratori attivi.
“Una ricetta che il sindacato e la Uil propongono da anni – ha dichiarato il segretario generale Uil Puglia Gianni Ricci nel corso della presentazione -. È impensabile immaginare una regione che cammina su una sola gamba cercando di competere con chi sta correndo. In Puglia ci sono 1.258.000 lavoratori attivi, di cui 463.000 donne e 795.000 uomini, con un tasso di occupazione del 50,7% (10,8 punti in meno della media italiana), con una punta minima nel tarantino del 43,2%. Ci sono 169mila disoccupati con Foggia che tocca il 16,9%, che si sommano agli inattivi che sono 1.055.000 pari al 22,2% della popolazione (in Lombardia sono il 10,6%). Non siamo soddisfatti di quello che vediamo, non ci basta sentir dire che l’occupazione è aumentata in Puglia se poi scorrendo i dati scopriamo che sono diminuiti i contratti a tempo indeterminato e sono aumentati quelli a tempo determinato e stagionale. Sono stati precarizzati ancora di più i lavoratori, è aumentata la platea dei lavoratori fantasma”.
“A chi pensa che pur di rincorrere il profitto si possa chiudere un occhio sullo stato in cui versano i lavoratori – ha continuato Ricci – va fatto capire che l’effetto di questa precarizzazione – lo dice bene l’Inps – è stato un ulteriore incremento del numero di domande accolte di NASpI rispetto agli anni passati: dalle 148.000 domande accolte del 2022 alle 158.000 del 2023. Un plauso al lavoro che l’istituto sta portando avanti per dare linfa a un sistema vitale per l’economia, ma anche e soprattutto per la tenuta sociale del Paese. Tuttavia, dobbiamo essere schietti nell’ammettere che quello stesso sistema è in pericolo e lo sarà sempre di più se la questione occupazionale, e con essa i temi dei salari e delle pensioni, non torneranno centrali nell’agenda politica. Non si tratta solo di salvaguardare il presente di milioni di famiglie, ma di dare un futuro equo e sostenibile alla Puglia e al Paese”.