Leonardo, la società latita. A rischio 1.500 lavoratori

L’incontro nella sede della Regione Puglia per discutere della vertenza Leonardo ha portato a due prese d’atto diametralmente opposte. “In maniera unitaria come Fim Fiom Uilm abbiamo posto i temi veri che sono al centro delle criticità dello stabilimento di Grottaglie, oggi ci sono da registrare due cose, una negativa che va in continuità con il passato, l’assenza colpevole della Leonardo che continua il percorso di poca trasparenza anche istituzionale, di poca inclusività e collaborazione, la seconda, positiva è una diversa determinazione positiva della Regione Puglia che ci ha condiviso la volontà di avere un tavolo nazionale ma di regia pugliese con i ministeri competenti per vincolare Leonardo a diversificare la produzione oltre a pensare ad una riorganizzazione nazionale che è ciò che come Fim, Fiom e Uilm chiediamo da diverso tempo, adesso guardiamo all’incontro del 24 giugno con la stessa azienda” spiegano Davide Sperti, segretario generale Uilm Taranto e Gianni Ricci, segretario generale Uil Puglia.

L’incontro propedeutico all’incontro del 24 a Roma nella sede di Unindustria con i vertici di Leonardo SpA, le rsu e le segreterie nazionali e territoriali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm dovrà affrontare la questione dei 1.500 dipendenti  a rischio (tra diretto e indotto) dello stabilimento di Grottaglie. Uno dei tre con cui la Leonardo è presente in Puglia, gli altri due a Foggia con la divisione aerostrutture (come Grottaglie), Brindisi con la divisione elicotteri e Taranto con elettronica per la Difesa.

Il problema della monocommittenza di Grottaglie rende il sito particolarmente vulnerabile, per questo Uilm di concerto con Fim e Fiom puntano alla diversificazione “Chiediamo una soluzione per il contingente che non preveda la chiusura già annunciata di quattro mesi, perché il piano Boeing uscito a inizio maggio prevede la possibilità di una soluzione più mediativa che vada incontro alle persone. Chiediamo che ci sia garantita una solidità come progettualità di carichi di lavoro aggiuntivi che può avvenire soprattutto con una riorganizzazione e ristrutturazione di lungo periodo della divisione e dello stabilimento di Grottaglie” spiegano i due segretari.

La Uilm non esclude nuove forme di mobilitazione dopo lo sciopero dei giorni scorsi “Ci fermeremo solo quando saranno finiti gli slogan e sarà garantita la solidità di prospettive che le persone hanno guadagnato nel corso degli anni, con alcune differenziazioni di maglie tra lavoratori sociali, lavoratori delle società controllate e società dell’indotto”.

Sulla possibilità di utilizzare fondi europei per sostenere il processo di riconversione i due segretari dichiarano “Il tema non è quale fonte di finanziamento può essere utilizzato da Leonardo, il tema è che Leonardo ci ha manifestato che non ha intenzione di sollecitare le istituzioni per ricorrere a finanziamenti pubblici”.

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