Lavoratori dello spettacolo, oltre 7000 fuori dalla misura “Start”: “Porre rimedio, è un’ingiustizia”
“Nonostante le sollecitazioni e le iniziative di piazza, ancora una volta la Regione Puglia smentisce se stessa, lasciando tanti lavoratori dello spettacolo fuori da ogni misura di sostegno economico. Dopo un anno e mezzo di pandemia, che ne ha di fatto azzerato l’attività lavorativa, tante famiglie si ritrovano con un pugno di mosche in mano e, per giunta, senza alcuna certezza rispetto al prossimo futuro”.
Vito Gemmati, segretario generale della UILCom e Franco Busto, segretario generale della Uil Puglia, esprimono la delusione di un settore che si sente “tradito dalla massima istituzione locale, venuta meno ai patti e alle intenzioni più volte manifestate pubblicamente. La misura Start Spettacolo, infatti, coprirà una platea di circa 2000 lavoratori, escludendo dall’accesso ai sostengo circa 7000 lavoratori del settore: un’ingiustizia alla quale va posto subito rimedio”.
“La crisi derivante dall’emergenza sanitaria – continuano Gemmati e Busto – sta colpendo il settore e per questo ci siamo battuti affinché a tutti i livelli istituzionali si intervenisse per sostenere i lavoratori e le lavoratrici del comparto. La chiusura forzata di tutti i luoghi di cultura e spettacolo, l’inibizione di tutte le manifestazioni dal vivo, ma anche la sospensione di tutte le produzioni, hanno aggravato una situazione occupazionale già estremamente critica”.
“E’ bene ricordare alla Regione Puglia che i lavoratori e le lavoratrici, i professionisti del settore e tutte le aziende culturali e creative sane del nostro territorio producono fette importanti di Pil, dalle quali deriva il sostentamento di migliaia di famiglie. Peraltro, l’86% del lavoro che si sviluppa nel settore ha le caratteristiche del lavoro dipendente, che spesso si articola attraverso rapporti subordinati determinati o intermittenti a giornata che non permettono di accedere neppure alle tutele ordinarie previste dall’ordinamento. Ecco perché riteniamo non più prorogabile un intervento della Regione mirato a correggere la misura adottata, adattandola ed espandendola a tutta la platea di lavoratori del comparto”.
Sara Di Leo